Angelo Borrelli : «I tecnici dicono che si sta andando verso un raffreddamento lavico e sostanzialmente dobbiamo aspettarci una quiescenza dell’attività eruttiva»

È stata una notte di paura quella che migliaia di abitanti della zona pedemontana hanno appena trascorso, a seguito del sisma delle 3:19 di questa notte di magnitudo 4.8 ed epicentro a 2 chilometri a nord dal centro abitato di Viagrande. Una situazione in continua evoluzione quella che da questa notte stanno fronteggiando i i Vigili del Fuoco supportati dai volontari della Protezione Civile regionale e dalle forze dell’ordine, nei centri particolarmente feriti dal sima. Attivi dalle prime ore di oggi anche i volontari del Comitato provinciale delle Misericordie della provincia di Catania. La frazione maggiormente colpita, quella di Fleri, nel comune di Zafferana Etnea, dove si registra anche il maggior numero di feriti. Altre zone colpite, quelle della frazione di Pennisi in territorio di Acireale e i comuni di Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina. Lo scenario che si è presentato ai soccorritori giunti nei primi momenti dopo il sisma è stato devastante, con tante abitazioni crollate e decine di persone ferite. Fortunatamente, non si registrano morti a causa del terremoto.
Nel frattempo, a Catania è da poco giunto il Capo dipartimento della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli, accompagnato da un team di esperti del Dipartimento che ha sorvolato l’area interessata dal sisma. Dopo il sorvolo, Borrelli ha incontrato all’interno della Prefettura di Catania le autorità locali nel Centro Coordinamento Soccorsi. «Sono 28 le persone ferite» ha detto il Angelo Borrelli «e diverse persone fuori di casa. Ho fatto un sorvolo dall’alto ma non si vede molto». La riunione con i sindaci al Centro Coordinamento Soccorsi ha evidenziato diverse criticità con danni alle infrastrutture. «Adesso stiamo sotto il duplice punto di vista. Da una parte con l’assistenza alla popolazione preparandoci per consentire alla popolazione di avere avere un ricovero ed assistenza nelle prossime ore, dall’altro con la verifica dell’agibilità insieme a Regione e Prefettura».
Dalla riunione di oggi, è emersa anche una posizione scientifica di quanto sta accadendo alle pendici del vulcano. Si tratta di «un evento isolato ma connesso alla situazione del vulcano» ha precisato il Capo dipartimento. «I tecnici dicono che si sta andando verso un raffreddamento lavico e sostanzialmente dobbiamo aspettarci una quiescenza dell’attività eruttiva. Noi ci auguriamo che questi valori che hanno avuto un picco nel giorno della vigilia di Natale, vadano scemando verso un trend di diminuzione del fenomeno».
Il video del sorvolo dell’area del terremoto
Una scossa particolarmente forte e devastante, quella di stanotte, a seguito anche della superficialità del proprio ipocentro, che si è fatta sentire da tutta la provincia catanese e da gran parte delle città delle province confinanti. La violenza del terremoto ha creato una spaccatura anche nell’autostrada A18 sulla carreggiata Messina-Catania che ha portato alla chiusura il tratto antistante il casello di Acireale. Chiuso nella notte anche il tratto di ferrovia, riaperto poi questa mattina. Sono oltre 1000, le scosse che gli strumenti dell’Ingv hanno registrato nelle ultime 48 ore, dove la più forte è stata quella di Viagrande. Nelle ore successive al sisma, il vulcanologo Boris Behncke scriveva su proprio profilo Facebook che “abbiamo a che fare con la risposta del fianco della montagna ai cambiamenti di stress dovuti alla spinta del magma delle ultime 36 ore”.
“Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori. La forte sismicità non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà” ha precisato con cautela Eugenio Patanè, direttore dell’Ingv di Catania. Gli eventi di questi giorni fanno pensare agli scienziati ad una geodinamica simile a quella dell 1984 e del 2002. In particolare, si parlerebbe della faglia di Fiandaca che mostra una certa pericolosità nel suo movimento.
Dal punto di vista sanitario e dei soccorsi, il Pronto Soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, Azienda ospedaliera per l’emergenza, ha gestito sei dei 28 casi legati al terremoto di questa notte. Due i codici gialli per ferite dovute alla caduta di calcinacci e altri oggetti: una 70enne di Pennisi (frazione di Acireale) con fratture costali, contusioni e schiacciamento toracico e lombare, che è stata ricoverata nel reparto di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza, dove è costantemente monitorata; un 71enne della zona di Fleri (Zafferana Etnea) con un trauma cranico non commotivo, che è stato trattenuto in osservazione. Gli altri quattro sono codici verdi, per condizioni di shock, in dimissione nel corso della mattinata. All’interno del Pronto Soccorso è stato presente dalle prime ore di oggi il commissario straordinario dell’Azienda Cannizzaro, Salvatore Giuffrida, con il direttore dell’unità operativa, Salvatore Mazza, per eventuali ulteriori emergenze.
Il video delle zone terremotate