I legali di Salvatore Russo ne chiedono la scarcerazione o i domiciliari
Sarà nota fra qualche giorno, comunque entro questa settimana, la decisione del Tribunale del Riesame sul duplice omicidio di Ucria (nel messinese), dove, la notte di Ferragosto, il 29enne paternese Salvatore Russo (residente a Belpasso) ha sparato con una pistola, al culmine di una lite, uccidendo due persone che facevano parte di un commando punitivo che voleva regolare i conti per un banale parcheggio d’auto con Russo ed il cognato.
Nell’udienza, i legali dell’accusa e della difesa hanno depositato i rispettivi memoriali. Gli avvocati Liotta e Bellissima, difensori di Russo, hanno chiesto l’annullamento dell’imputazione per la carenza di veri indizi di colpevolezza e, quindi, la scarcerazione o, in alternativa, i domiciliari. Alla base della richiesta la tesi della legittima difesa secondo Salvatore Russo avrebbe sparato per salvarsi la vita.
I fatti, come detto, la sera del 15 agosto scorso quando Salvatore Russo, in vacanza con i familiari nel centro dei Nebrodi, in un violento alterco con la famiglia Contiguglia, ha esploso alcuni colpi da una calibro 7,65 (strappata di mano a uno dei componenti della spedizione), uccidendo Antonino Contiguglia e il nipote Fabrizio Contiguglia. Ferito un terzo parente: Salvatore Contiguglia. Per i fatti di quella sera sono indagati anche il cognato di Salvatore Russo, Daniele Balsamo, e 4 appartenenti alla famiglia Contiguglia: Giovanni Santino Contiguglia, 68 anni, considerato il mandante della spedizione; Davide Contiguglia, 35; Salvatore Contiguglia, 43; Vittorio Contiguglia, 55, per cui è ipotizzato anche il reato di minaccia.