Si è tenuta lo scorso 23 giungo presso il Tribunale di Roma, la seconda udienza del processo per stalking che vede come parte lesa la nota conduttrice televisiva Barbara D’Urso e come unico imputato il 36 enne licodiese Salvatore Fiorello, ben noto sui social con il nickname “Baci Solari”. L’uomo, secondo quelle che sono le carte processuali, si sarebbe più volte spacciato come “figlio adottivo” della presentatrice. Dopo l’udienza che si è svolta a porte chiuse, Barbara D’Urso – come riportato dal Corriere della Sera – ha riferito che «nonostante le diffide e il processo le sue minacce sono salite di livello. Mi ha scritto “ti taglio la testa”, mi hanno detto di averlo visto sotto casa mia e ho dovuto assumere un bodyguard per sentirmi più sicura. Il mio stile di vita è cambiato, non nego di aver paura».
E dopo la prima udienza che si era celebrata nel mese di marzo scorso – alla quale la presentatrice avrebbe dovuto essere presente per depositare la propria testimonianza, ma che per sopraggiunti impegni non aveva potuto prenderne parte – sempre secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, “Baci Solari” avrebbe esteso il proprio “interesse” persecutorio anche nei confronti dei responsabili delle indagini e del processo, con continui e ripetuti contatti.
Il presunto persecutore di Barbara D’Urso, ricordiamo, era stato individuato dopo un’indagine della Polizia Postale delegata dal sostituto procuratore della procura di Roma Francesco Dall’Olio. Indagini che, dopo poco, avevano fatto accendere i riflettori – ma non quelli dello spettacolo, bensì quelli degli inquirenti – su Santa Maria di Licodia e sul 36 enne che ormai da tempo si trova girovago per l’Europa. «Sono il figlio adottivo di Barbara D’Urso, ho bisogno di parlare con mio fratello», avrebbe detto Fiorello contattando sul luogo di lavoro il figlio della D’Urso, Gianmauro Berardi o, ancora, «Dì a mamma che sono tornato».
Un’ossessione, quella del licodiese, che sarebbe iniziata proprio dopo la sua partecipazione nel 2017 come concorrente in una trasmissione condotta dalla “Barbara nazionale” e che con il passare del tempo si sarebbe trasformata in una vera e propria persecuzione. Inizialmente etichettate come “attenzioni da parte di un ammiratore stravagante” – e i personaggi pubblici sono abituati anche a questo – le attenzioni dell’uomo sarebbero invece poi diventate motivo di preoccupazione e timore per la donna. A dirlo, è lo stesso Magistrato titolare dell’indagine che nei suoi atti, riferendosi alla vittima, ha parlato di «un perdurante e grave stato di ansia e timore per la sfera personale e professionale e per la propria incolumità».
A conclusione dell’udienza di mercoledì scorso, il giudice Valerio De Gioia ha disposto per il licodiese una perizia psichiatrica. L’uomo, ad oggi, non risulta comunque essere raggiunto da misure restrittive della libertà. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo mese di ottobre quando l’imputato dovrebbe essere ascoltato, anche se come scritto da “il Fatto Quotidiano”, “il suo avvocato difensore ha ammesso di faticare a rintracciarlo”.