Dopo l’oscuramento, “Guaione e quartiere” ritorna nuovamente disponibile. E le visualizzazioni aumentano a vista d’occhio
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Non è solamente un modo di dire comune per indicare quanto sia decisamente difficile cambiare del tutto la propria natura ed eliminare le cattive abitudini, che possono rendere sgradevole il proprio modo di fare, ma anche una descrizione che ben aderisce alla figura del neomelodico paternese – come lui stesso di definisce – Leonardo Zappalà in arte “Scarface” che, dopo aver oscurato su Youtube il video indegno “Guaglione e quartieri”, ritorna sui propri passi rendendolo nuovamente disponibile e fruibile a tutti.
Seppur il video che ritrae scene di mafia e di criminalità girate all’interno del Com e dell’auditorium “Don Milani” di Paternò – come già avveniva prima dell’oscuramento dal giugno 2019 – compare sul canale di Dario Catania Cantante (produttore di videoclip) e non sul canale personale del neomelodico, il clip che tanto indignò i social e l’opinione pubblica continua ad accumulare silenziosamente ed indisturbatamente visualizzazioni, seppur tra i commenti critici da parte di tanti utenti.
Dopo la denuncia partita dalla nostra testata giornalistica, ripresa a più voci anche da testate giornalistiche locali e nazionali, il detentore del videoclip musicale all’interno del quale vengono emulati spaccio, malavita, patti tra clan e affiliazioni mafiose con tanto di santino bruciato – coinvolgendo fra i figuranti anche minorenni – nella serata del 3 settembre 2019 aveva modificato la privacy da pubblica a privata. Cliccando sul link che riconduceva al clip, infatti, appariva il messaggio “Video non disponibile. Questo video è privato”.
Ma come detto in quell’occasione, quella non rappresentava di certo una vittoria piena per la legalità, considerato che il livello di privacy “privato” permette di visualizzare il video ad una cerchia di utenti ad hoc selezionati o, come accaduto, essere riproposto in un secondo tempo senza perdere l’indirizzo web, le condivisioni sui social e senza azzerare visualizzazioni e commenti legati a quello specifico video. Come dire, abbassata la guardia sull’argomento, si può ritornare ad inneggiare la mafia.
In termini di visite, quel video, di strada ne ha continuata a fare. Gli utenti del web che si sono imbattuti nel clip “indegno” sono infatti aumentati vertiginosamente passando da 36 mila visualizzazioni del mese di settembre a quasi 42 mila di oggi, con un trend medio di quasi 1500 visualizzazioni al mese. Un video, che comunque, oggi risulta essere con privacy “non in elenco” e che quindi può essere visto e condiviso da chiunque abbia il link, senza apparire nella scheda generale “Video” del canale e senza apparire nei risultati di ricerca di YouTube. C’è ma non si vede, almeno credono.
Un vero e proprio inno alla mafia e all’illegalità che aveva suscitato nel mese di settembre scorso la reazione non solo della stampa e dell’opinione pubblica, ma anche delle istituzioni locali. A prendere per primo l’iniziativa era stato il sindaco di Paternò Nino Naso, il quale il 3 settembre – il giorno dopo la pubblicazione del nostro articolo – si recò presso la caserma dei Carabinieri della locale Compagnia per presentare un esposto a nome dell’amministrazione comunale, per chiedere la rimozione del video del cantante neomelodico Zappalà.
«Un video che non fa onore alla città, ne danneggia l’immagine, da un messaggio negativo ai nostri giovani», aveva commentato il sindaco Naso in quell’occasione. Qualche giorno dopo, era stato lo stesso Questore di Catania a far notificare a Leonardo Zappalà da parte delle forze dell’ordine la misura di prevenzione dell’avviso orale. Era poi stata l’Ansa, il 9 settembre, a pubblicare la notizia che il giovane neomelodico paternese Leonardo Zappalà in arte “Scarface”, era stato iscritto dalla Procura distrettuale di Catania nel registro degli indagati per il reato di istigazione a delinquere, a seguito dell’esposto del primo cittadino Naso.
Parallelamente a quanto descritto, come se zucchero non guastasse bevanda, il video di Zappalà remixato con su la base musicale “Sono una Truzza”, compare all’interno del canale di un altro utente di Youtube, Donald Duck, dove di visualizzazioni ne ha raccolte altre 33 mila. Un canale social tutto dire, quello di Donald Duck, che contiene solamente 2 video. Oltre a quello di Zappalà, è presente un secondo video dal titolo “Il Pentito Giuseppe Tantillo, Contro la sua famiglia per l’eredità” dove nella descrizione compare il testo “Non c’è un infame come questo INFAME”.
La vicenda del video di invettiva contro amici e parenti di Tantillo, gestore delle estorsioni tra il carcere Ucciardone e il Politeama poi convertitosi alla legalità, era balzata alle cronache palermitane perché il collaboratore di giustizia era comparso in una diretta Facebook sotto falso nome, con l’intento di svelare dinamiche tra varie famiglie del quartiere Borgo Vecchio di Palermo, violando le prescrizione imposte e rischiando di far rendere meno credibili le proprie deposizioni da pentito.
Ritornando ai piedi dell’Etna, il giovane neomelodico paternese continua a prediligere i temi dell’esaltazione della mentalità mafiosa. A rendere ancora maggiormente vane le scuse scaturite dopo la magra figura nazionale all’interno del programma Rai “Realiti”, nel quale denigrò l’operato dei giudici Falcone e Borsellino, a rendere vano il falso oscuramento del video che gli causò un’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura etnea e a rendere vane le parole di pseudo-giustificazioni allo stesso video pronunciate attraverso una diretta Facebook – poi cancellata – è un’immagine di copertina (poi sostituita con uno sfondo completamente nero) dove si fa ritrarre con due pistole in mano, una dorata e una argentata, presumibilmente false. Proprio vero, il lupo perde solo il pelo…