Un’area che doveva servire da rilancio per l’economia cittadina ma che è diventata discarica a cielo aperto
Continua il tour di Yvii24 alla scoperta di una delle principali attrazioni turistiche – dopo l’Etna e i siti Unesco – dei paesi siciliani: l’immondizia. Dopo la nostra ultima denuncia della presenza di un’enorme discarica a cielo aperto che sorge nella strada di Fora al confine tra i comuni di Santa Maria di Licodia e Ragalna, oggi vi racconteremo quanto presente nell’area artigianale licodiese, nei pressi del largo Civiltà del Lavoro. Uno scenario di incuria ed abbandono, quello registrato dalle telecamere, che cozza pesantemente con la parola “civiltà” presente nel nome toponomastico dell’area.
L’abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni genere costellato da incuria e inciviltà dilagante, lo si può tranquillamente scorgere inoltrandosi in quella che era nata come la zona parcheggio dell’area industriale licodiese, ma che viene largamente impiegato da molte coppiette per appartarsi la notte e dagli zozzoni per abbandonare la propria immondizia.
Rifiuti di ogni genere sul ciglio della strada e sui marciapiedi, che spaziano da abiti usati, bottiglie di vetro, sacchi neri di immondizia indifferenziata per arrivare sino a pane e libri di scuola elementare. Il tutto, contornato da un vero e proprio campo minato costellato da una miriade di profilattici e assorbenti rigorosamente usati e pannolini di bambini con tanto di escrementi all’interno. Probabilmente anche il regalo di una amore ormai tramontato di cui sbarazzarsi ad ogni costo, un peluche che regge un cuore con la scritta “sempre insieme”, tra gli oggetti abbandonati nell’area. E considerato che la zona è luogo di ritrovo per le coppiette focose, è possibile trovare anche un materasso matrimoniale che, chissà, potrebbe essere affittato “ad ore” per rendere più comodo l’incontro amoroso.
«Una zona abbandonata che con cadenza ciclica si riempe di immondizia» ci racconta a telecamere spente una persona che in quella zona ci lavora. «Circa 2 mesi fa il comune aveva provveduto a ripulire, ma è nuovamente pieno di spazzatura. Qualche settimana fa sono venuti a ripristinare delle caditoie dell’acqua che erano state trafugate». Tra i pericoli presenti nella zona, anche le profonde buche frutto dall’assenza dei tombini in ferro trafugati per essere certamente rivenduti al mercato nero.
Uno sfacelo che interessa anche l’illuminazione pubblica, dove diversi pali risultano essere privi delle plafoniere e delle relative lampadine, che con il calare della sera potrebbero essere utili ad illuminare la zona e rappresentare un deterrente per i malintenzionati. Probabilmente, dall’area artigianale, è passata anche la befana che ha lasciato sul terreno tre pesanti sacchi neri pieni di carbone per i “cattivoni” di turno che preferiscono insozzare piuttosto che tutelare l’ambiente. Parte di quei sacchi pieni di carbone, permetteteci, vorremmo però donarli a chi dovrebbe controllare il territorio ma non riesce a farlo in maniera completa e pregnante, lasciando un’area pubblica – come altre del paese – in balia all’abbandono e alla sporcizia.